Hai mai subito la frattura di un osso?
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Oh si, in tre momenti diversi.
Riportarli alla memoria…beh… è quasi terapeutico!
La mia prima risale a molto tempo fa… all’uscita di scuola sono stata investita da un pirata della strada. Stavo attraversando sulle strisce pedonali, io non ho visto la macchina e chi guidava non ha visto me. Ricordo la ruota passare sopra il mio povero piede. Tre fratture: tallone, tibia e perone che non mi hanno impedito, nonostante il forte dolore, di prendere l’autobus, il pullman e percorrere un chilometro in bicicletta, ovviamente con un piede solo, per ritornare a casa. Appena varcata la soglia, sono svenuta, sotto gli occhi confusi di mia madre che non capiva cosa fosse accaduto.
Il secondo episodio durante un’uscita in moto, da passeggera: una macchina è sbucata da una laterale e ha colpito in pieno il mezzo: oltre ad un atterraggio aereo… frattura scomposta della scapola e rottura della clavicola.
E, dulcis in fundo… due anni fa: rottura del tronchiate omerale. Come? Banalmente, sono scivolata sul ghiaccio. Mi trovavo in montagna, giornata stupenda. Ho trascorso lì il pomeriggio, pensavo che il dolore fosse dovuto alla contusione e così sono rientrata a casa in auto. I giorni seguenti sono andata al lavoro, pensavo che il dolore sarebbe passato, ma non è stato cosi. A seguito delle radiografie effettuate è emersa la frattura.
Chissà perché quando mi faccio male penso sempre che prima o poi passerà… Almeno ora ho capito che è bene farsi visitare subito
quando accade qualcosa.
Se proprio volessi analizzare le fratture da un punto di vista psicosomatico: che cosa stavo facendo o che cosa stavo per fare? Perché ho interrotto inconsciamente il mio avanzare?
Ornella